Alla conquista
di Sirte
Spari e grida di giubilo in Libia: i ribelli annunciano la conquista di Sirte, città natale del leader rais. Alla vigilia del giorno in cui il comando della missione "Alba dell’Odissea" passerà nelle mani della Nato, gli insorti continuano a farsi strada
Spari e grida di giubilo in Libia: i ribelli annunciano la conquista di Sirte, città natale del leader rais. Alla vigilia del giorno in cui il comando della missione "Alba dell’Odissea" passerà nelle mani della Nato, gli insorti continuano a farsi strada approfittando della pioggia di fuoco che la coalizione riversa senza sosta sugli uomini di Gheddafi. Le forze leali al colonnello però smentiscono la caduta di Sirte e questa notizia viene confermata da un giornalista della “France Presse” che si trova proprio all’interno della città: “sembra tutto abbastanza normale, da quello che abbiano potuto vedere non c’è nessun segno di battaglia”. Le sue parole trovano conferma in altre fonti che dicono che l’avanzata degli insorti è stata bloccata a 140 km dalla città tanto cara al leader libico.
Il dato di fatto è che, dopo cinque settimane di battaglia, i rivoluzionari hanno potuto riconquistare importanti posizioni verso la costa del Mediterraneo. Es Sider, Ras Lanuf, Brega, Zueitina e Tobruk, città importantissime per il controllo dei pozzi di petrolio.
Intanto le truppe di Muammar Gheddafi sembrano essersi ritirate nella parte occidentale della Libia.
Ma gli effetti collaterali della guerra sono spesso dimenticati. Alcuni medici dell’ospedale di Ajdabiya hanno fatto sapere che le forze del colonnello avrebbero commesso violenze e stupri su alcune donne che si erano permesse di esprimere il loro dissenso contro il regime. Mentre l’emittente governativa afferma che diverse esplosioni a Tripoli, hanno interessato anche obiettivi civili nei sobborghi della città.
Drammatica la testimonianza del vicario apostolico della capitale libica, Giovanni Innocenzo Martinelli, all'agenzia Fides: "La situazione a Tripoli non è facile. Inizia a scarseggiare la benzina, occorre fare una fila di ore di fronte ai distributori per riempire il serbatoio dell'automobile. Ci sono difficoltà anche a comprare i generi alimentari. Abbiamo tradotto in arabo l'appello del Santo Padre ed oggi lo trasmetteremo per conoscenza in una nota verbale al ministero degli Esteri libico. Ribadisco che occorre il dialogo per uscire dalla crisi".