La bozza
della notte
Notte di negoziati cercando l'accordo, e al vertice arriva Barack Obama. Rasmussen: "C'è la bozza". Forse il summit sarà prolungato
Barack Obama è atterrato a Copenhagen. Nel giorno conclusivo del vertice, è pronta la bozza d'intesa da sottoporre all'esame dei "grandi" del mondo, dopo una discussione durata quasi tutta la notte a Copenaghen . Bisogna ancora sciogliere il nodo Cina ed India che hanno mostrato resistenza. Oggi le Nazioni Unite hanno diramato un rapporto sulle condizioni catastrofiche cui va incontro il pianeta, nel caso in cui l'escalation di inquinamento non si fermasse.
LA BOZZA. L'aumento della temperatura globale del pianeta dovrà essere tenuto entro i 2 gradi centigradi sui livelli pre-industriali e i Paesi poveri saranno finanziati con un fondo che raggiungerà i 100 miliardi di dollari l'anno entro il 2020 per adottare tecnologie «pulite» e affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Queste le linee-guida anticipate da due fonti che hanno partecipato ai negoziati.
Si è lavorato fino a notte fonda per limare il documento. "Abbiamo tentato di dare un ombrello politico all'accordo", ha dichiarato il premier svedese, Fredrik Reinfeldt, che detiene la presidente di turno dell'Ue. 2C'è stato un dialogo molto costruttivo", ha ribadito il premier danese e presidente della conferenza Onu, Lars Loekke Rasmussen. Ma restano "profonde differenze di opinioni e di punti di vista sulle soluzioni. Faremo del nostro meglio, fino alle ultime battute di questa conferenza". Lo ha detto il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt.
RAPPORTO SHOCK DELL'ONU. Intanto oggi, forse non a caso, è trapelato uno studio shock delle Nazioni Unite che dice a chiare lettere che se si firmasse un accordo alle condizioni attuali il Pianeta rimarrebbe a rischio catastrofe. Secondo questo documento confidenziale, le offerte di riduzione delle emissioni di Co2 sul tavolo dei negoziati, porterebbero ad un aumento medio delle temperature mondiali di tre gradi rispetto all’obiettivo dei 2 gradi. Tradotto: 170 milioni di persone in più soffrirebbero per le inondazioni e 550 milioni in più rischierebbero la fame.