Kabul
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Urne chiuse per le elezioni in Afghanistan. Dopo le intimidazioni dei talebani a non recarsi alle urne, sono continuati gli attacchi. Trenta i morti. Ma per Karzai è grande la soddisfazione per la risposta degli afgani
Si sono concluse le operazioni di voto in Afghanistan. Nonostante il clima di tensione che i Talebani hanno disseminato nelle ultime settimane, per gli afgani è arrivato il giorno che li apre al riscatto, al cambiamento. E, stando ai primi dati sull'affluenza alle urne, la gente ha risposto molto bene.
Uno dei primi a recarsi alle urne è stato il presidente uscente, Karzai, favorito per la vittoria delle elezioni, che ha già votato, esortando i suoi connazionali "a mobilitarsi e ad esprimere il loro voto per decidere il loro futuro".
AL VOTO. Sono circa 17 milioni gli aventi diritto che potranno scegliere in oltre 6.000 seggi il presidente che guiderà il Paese nel prossimo quinquennio e i membri delle 34 assemblee provinciali del Paese. Questa è la terza volta dal 2001 che gli afghani sono chiamati alle urne dopo le presidenziali del 2004 e le legislative del 2005. Nella zona dei nostri militari, quella di Herat, che già dalle prime ore dell'alba si sono formate lunghe code.
LA SODDISFAZIONE DI KARZAI. E' un giorno di "orgoglio e gloria" per l'Afghanistan, ha affermato Karzai in una
conferenza stampa. "Il popolo afghano ha sfidato razzi, bombe e intimidazioni ed è andato a votare. Vedremo quale sarà l'affluenza ma sono andati a votare e questa è una grande cosa".
MISURE DI SICUREZZA. Un imponente meccanismo di sicurezza, dopo gli attentati che nei giorni scorsi hanno causato decine di vittime, presidia i punti strategici di Kabul e delle altre principali città afghane, appoggiato da polizia, esercito e da decine di migliaia di militari dell'Isaf, la forza internazionale della Nato per la sicurezza in Afghanistan. Inoltre, tutti i negozi, banche e uffici pubblici sono chiusi in tutto il Paese. E' in vigore una restrizione nella circolazione automobilistica e due giorni prima del voto il governo ha annunciato di aver disposto la censura sugli eventuali episodi di violenza durante la giornata e fino alla chiusura dei seggi alle 16 (le 13.30 italiane).
UNA TRENITNA LE VITTIME. Sei persone, fra cui alcuni civili sono morti oggi nel corso di attacchi realizzati dai talebani all'inizio della giornata elettorale in alcune province afghane.
Lo scrive l'agenzia di stampa Afghana Pajhwok. Un ragazzo è morto per l'esplosione di un razzo a Lashkargh, capoluogo della provincia meridionale di Helmand, mentre due civili ed altrettanti agenti di polizia sono deceduti per lo scoppio di un rudimentale ordigno nel distretto di Boldak, provinca di Kandahar. Infine un militante talebano è morto quando la bomba che stava collocando è esplosa a Qalat, capoluogo della provincia di Zabul.
BATTAGLIA TRA TALEBANI E POLIZIA AFGANA. E' battaglia tra i miliziani talebani e le forze di sicurezza afghane nel nord dell'Afghanistan. Gli scontri sono in corso a Baghlan, dove i talebani cercano di impedire che i seggi aprano e le operazioni possano procedere. "I terroristi attaccano da diversi fronti.
La battaglia è in corso da questa mattina. Ne abbiamo uccisi ventidue. Per il momento si sono ritirati", ha detto all'AFP il capo della polizia della provincia, Mohammad Kabir. Baghlan si trova tra Pul-i-Khumri, la capitale dell'omonima provincia, e Kunduz. Si tratta di un'area in cui è presente una forte componente Pashtun, ma prevale l'etnia Tagika.
Secondo l'agenzia di stampa afghana Pajhwok la situazione è difficile anche a Wardak: i talebani avrebbero chiuso le strade che dai distretti di Chak e Jaghato conducono a Maidan.
A Kharwar, invece, i seggi sono stati riaperti dopo scontri con i miliziani. A Paktia, nell'Afghanistan sudorientale, trenta seggi sono rimasti chiusi: presidenti e scrutatori si sono rifiutati di aprirli nel timore di una ritorsione talebana. Una decina di seggi è rimasta chiusa anche nelle province di Kunar e Nuristan.
AFFLUENZA "MOLTO BUONA". La Commissione elettorale indipendente afghana ha definito "molto buona" l'affluenza per le presidenziali e ha fatto sapere che alla fine potrebbe raggiungere il 50%. Dei 6.500 seggi previsti, ve ne sono però 312 che sono rimasti chiusi per motivi di sicurezza o altri problemi, e altri 16 da cui non sono arrivate informazioni. " Non abbiamo ancora dati ufficiali sull'affluenza ma è molto buona", ha assicurato un portavoce della Commissione, Zekria Barakzai. Le prime informazioni indipendenti che arrivano dal Paese sono di una discreta affluenza. "La stragrande maggioranza dei seggi ha ricevuto il materiale e ha aperto i battenti", ha riferito il portavoce dell'Onu a Kabul, Aleem Siddique, "ci sono code ai seggi, nel nord, a Kabul, e, un dato incoraggiante, nell'est". Operazioni di voto regolari anche a Herat, nell'ovest del Paese, la città sotto il controllo dei militari italiani. A riferirlo è il maggiore Marco Amoriello, portavoce del contingente italiano. Osservatori occidentali dubitano che tuttavia che si possa arrivare a un'affluenza del 50%. Nelle prime presidenziali del 2004 votò il 70% degli aventi diritto.