Costa d'Avorio,
la guerra dimenticata
Calamitati dalla crisi libica i media quasi dimenticano la tragedia in atto da mesi nel paese dell’Africa centro occidentale. Due presidenti si contendono il potere. Migliaia i morti. Alto il rischio di golpe. Abidjan, capitale economica messa a ferro e fuoco
Si continua a combattere per le strade di Abidjan, in Costa d’Avorio. Colpi di mortaio scuotono il palazzo presidenziale, nel quartiere di Plateau. Laurent Gbagbo, non intende però cedere al suo avversario Alassane Ouattara, per la comunità internazionale legittimo presidente dopo le elezioni del 28 novembre scorso. Da mesi, una feroce guerra civile sta strangolando il Paese africano. A Duèkouè, nell’ovest, tra il 27 e il 29 marzo un migliaio di civili sarebbero rimasti uccisi nei sanguinosi tra le forze del legittimo presidente Ouattara e quelle pro-Gbagbo.
Ad Abidjan, al terzo giorni di combattimenti, è guerra totale. Elicotteri d'attacco volteggiano nei cieli minacciosi. “ Nessuna intenzione di abdicare o arrendersi a un qualsiasi ribelle” fa sapere il portavoce in Europa dell’ex presidente, che accusa Ouattara di “golpe”. Difeso dalla Guardia repubblicana e dalle forze speciali Gbagbo resiste, ma l’emorragia di soldati e ufficiali appare ormai inarrestabile. In queste ore si stanno diffondendo voci di un colpo di stato attuato dall'esercito che potrebbe mettere agli arresti Gbagbo e Charles Ble Goudè, anima nera del regime, fondatore della violenta milizia dei Giovani Patrioti.
La capitale economica e demografica del Paese [ un deserto. la gente vive nel terrore, barricata in casa. Scuole e uffici sono chiusi mentre sciacalli e disperati assaltano i negozi. Al momento sono oltre 1400 gli stranieri che hanno trovato rifugio nel campo militare francese di Port-Bouet, nei pressi dell’aeroporto internazionale. Ieri una donna svedese, dipendente della Nazioni Unite è morta colpita da una pallottola vagante.
Finora vani gli appelli delle organizzazioni internazionali perché Gbagbo lasci il potere. A quello lanciato ieri dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, si è aggiunto oggi quello dell'Unione Africana.“ Sta vivendo i “suoi ultimi giorni da capo di stato”ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Alain Juppè dopo una riunione straordinaria con il presidente Sarkozy.
L’instabilità della Costa d'Avorio, tra i principali bacini agricoli africani, comincia a gravare sui mercati mondiali. A partire dal cacao, di cui il Paese rappresenta il 40% circa della produzione globale. Anche il caffè, il cotone e i cereali risentono della crisi. Lo stesso per il petrolio, la cui estrazione cresciuta di oltre il 70% dal 2000 è diventata oggi la prima voce di esportazione.