Siria: i tank entrano
ad Hama e sparano
Moltissime le vittime
Le cifre dei morti variano a seconda delle fonti. 45 dice l’osservatorio per i diritti umani, almeno 100 per testimoni sul posto. Quel che è certo è che nella città siriana di Hama, centro delle proteste di questi mesi, da questa mattina è in corso una violentissima repressione da parte dell’esercito che ha deciso di usare il pugno di ferro
Le cifre dei morti variano a seconda delle fonti. 45 dice l’osservatorio per i diritti umani, almeno 100 per testimoni sul posto. Quel che è certo è che nella città siriana di Hama, centro delle proteste di questi mesi, da questa mattina è in corso una violentissima repressione da parte dell’esercito che ha deciso di usare il pugno di ferro. Oggi all’alba carri armati delle forze armate di Damasco sono entrati dentro la città e da ore stanno sparando incessantemente su cose e persone.
Gli abitanti di Hama si erano organizzati nei giorni scorsi costruendo barricate con e fortificazioni artigianali dentro e fuori la città nel tentativo di arrestare l’avanzata delle truppe del presidente Bashar al-Asad. Ma sedie, suppellettili e carcasse di automobili possono ben poco contro la potenza dei mezzi corazzati che al loro passaggio travolgono e schiacciano qualunque cosa.
L’agenzia Ansa riferisce di aver sentito un testimone oculare che sostiene di aver assistito a un vero e proprio massacro. Secondo questa fonte le vittime al momento sarebbero “oltre cento”. Riferisce inoltre che da questa mattina l’esercito siriano avrebbe tagliato luce e acqua in diversi quartieri della città e che diversi cecchini si sarebbero appostati sui tetti della prigione e della compagnia elettrica.
In realtà Hama, diventata una delle città simbolo della rivolta siriana, è sotto assedio da più di un mese ma fino a oggi l’esercito era rimasto ai margini delle periferie. Poi la svolta di questa mattina, legata forse al tentativo di stroncare la resistenza dei dimostranti alla vigilia del Ramadan, periodo di digiuno e preghiera sempre molto particolare e delicato per i musulmani.
Intanto la Rete continua a essere l’unico mezzo di comunicazione verso il resto del mondo. Da ore su Youtube continuano a essere ‘caricati’ i video, girati presumibilmente con i telefono cellulari, che danno un’idea di quanto sta avvenendo ad Hama.