Benedetto XVI: "Viviamo
in una nuova Babele"
CITTA' DEL VATICANO - "Sembra che gli uomini stiano diventano più aggressivi e scontrosi, comprendersi sembra troppo impegnativo". Parole pronunciate dal Papa nel corso dell'omelia di Pentecoste, nelle quali non è difficile cogliere un riferimento ai fatti di questi giorni. Intanto il presunto Corvo prega e resta in silenzio
CITTA' DEL VATICANO - "La Pentecoste è la festa dell'unione, comprensione e comunione umana e lo è anche nel nostro mondo in cui le persone sono più vicine, ma la comprensione e la comunione sono spesso superficiali e difficoltose e talora viviamo una nuova Babele, e fatti quotidiani in cui sembra che gli uomini stiano diventano più aggressivi e scontrosi, comprendersi sembra troppo impegnativo, e si preferisce restare in sé". E’ un passaggio dell’omelia pronunciata questa mattina a San Pietro da Benedetto XVI in occasione della messa di Pentecoste. Non è difficile cogliere i riferimenti alla vicenda del ‘Corvo’ che sta scuotendo le mura vaticane. Mura all’interno delle quali è trattenuto In stato di carcerazione, nell'unico Stato al mondo che non ha prigioni, il presunto Corvo, Paolo Gabriele.
Mantiene il silenzio da venerdì scorso Gabriele, dal giorno dell'arresto per furto aggravato. E' solo un capro espiatorio come dicono alcuni o davvero un infedele e un ladro colto in flagrante? “Nella sua abitazione - ricordano i collaboratori del cardinale Bertone - abbiamo ritrovato casse piene di documenti riservati e l'apparecchiatura necessaria a riprodurli”. In ogni caso il silenzio di Paolo Gabriele ha amplificato i dubbi che ancora aleggiano sulla caccia agli infedeli, sugli obiettivi da colpire. La segretaria del cardinal Bertone o lo stesso monsignor Gaenswein assistente personale, stretto consigliere e dunque il Papa stesso?
Ieri la voce di un nuovo arresto subito smentita dal portavoce pontificio padre Lombardi. Nuove indiscrezioni parlano di un altro corvo una donna, che rompe la mascolinità dell'inchiesta e del microstato pontificio, una giovane signora che aveva accompagnato Benedetto XVI in Messico e a Cuba e che aveva già lavorato con Giovanni Paolo II. E' una cittadina italiana che vorrebbe far uscire il marcio che c'è dietro quelle mura. Lei non corre rischi, al contrario di Paolo Gabriele, non può essere imputata per violazione della corrispondenza del Capo di Stato e dunque, di attentato alla sicurezza della Città del Vaticano.
Eppure ci sono quelle lettere riservate del Papa girate ai giornali. Dai dettagli sull'ex direttore dell'avvenire Boffo, alla scomparsa di Emanuela Orlandi, dalle insistenze dei prelati su bioetica e esenzioni Ici, al crack del San Raffaele. Indiscrezioni che non hanno certo rafforzato Benedetto XVI ma minato l'immagine della Chiesa, rendendo pubblici giochi di potere e pressioni tenuti ben nascosti.
La trama del giallo si infittisce ma non si chiude manca il movente mancano i mandanti. Una sola cosa è certa i documenti sono stati fatti uscire. Anche sulla vicenda dello Ior, il cda della banca vaticana punta il dito sull'ex presidente Gotti Tedeschi che, a quanto pare, sarebbe stato sollevato dall'incarico proprio perché inaffidabile e imprudente.