Area marina protetta Isola dell'Asinara
- Regione: Sardegna
- Provincia: Sassari
- Comuni: Porto Torres
- Estensione: 10.732 ettari
- Istituzione: D.M. 13/08/2002
- Ente gestore: Ente Parco Nazionale dell'Asinara
L'Isola dell'Asinara, di costituzione granitica, rappresenta il naturale prolungamento geomorfologico della lingua di terra che dall'Argentiera giunge fino a Capo Falcone. Separata dalla costa da uno stretto che raggiunge a stento i 5 m di profondità, l'isola si prolunga nel mare occidentale della Sardegna per circa 18 km, ha una forma ad arco ed è caratterizzata da quattro piccoli rilievi montuosi uniti da bassi istmi. Le coste dell'Asinara sono molto frastagliate; quella occidentale è quasi interamente inaccessibile per le alte falesie che raggiungono anche i 200 m, mentre quella orientale è in genere bassa e rocciosa, con spiagge nelle cale più ampie e al riparo delle punte. Durante tutto il Cinquecento la Sardegna fu soggetta alle incursioni dei corsari algerini, che per lunghi periodi riuscirono addirittura ad insediarsi stagionalmente nelle isole minori: San Pietro, arcipelago della Maddalena e la stessa Asinara. Che sull’Asinara si nascose il più potente corsaro dell'epoca (il futuro re di Algeri Kheir-Eddin), è confermato dalla toponomastica: Punta, Cala e Monte Barbarossa, sull'estremità meridionale dell’isola.
Oggi, dopo essere stata colonia penale, stazione sanitaria e campo di prigionia, l’isola è finalmente stata restituita alla fruizione dei cittadini in quanto parco ed area protetta. Il paesaggio dell’isola è dominato dalla macchia mediterranea. La maggior parte del territorio è ricoperta da piante arbustive sempreverdi quali lentisco, olivastro, euforbia e ginepro. Nell’estremo nord dell'isola, in località Elighe Mannu, sorge invece un’importante lecceta, che pur estendendosi per pochi ettari riesce a dare l’idea di come dovesse essere in origine il paesaggio dell'Asinara, ricco di boschi e di acque delle quali resta traccia in alcune sorgenti, pozzi e stagni temporanei, per lo più salmastri e soggetti ad essiccarsi in estate, senza però impedire la crescita di piante di salicornia. Come la parte emersa, anche i fondali si presentano differenti nei due versanti dell’isola.
I fondali occidentali sono ricchi di canaloni, anfratti e spaccature dove mancano quasi del tutto le sabbie. Ad oriente si sviluppano invece estese praterie di Posidonia oceanica, che vanno dalla superficie fino a circa 40 m di profondità grazie alla trasparenza delle acque. I fondali dell'area sono popolati da specie importanti e rare, come i litofilli (alghe rosse calcaree), le patelle giganti, le nacchere e la laminaria di Rodriguez, un’alga bruna di acque fredde e profonde che ricorda un Mediterraneo scomparso da milioni di anni. Tra gli anfratti rocciosi sono abbondanti diverse specie ittiche quali saraghi, branzini, scorfani, labridi, corvine, dentici e cernie brune, che in genere si lasciano avvistare a profondità minori rispetto ad altre località del Mediterraneo.
Per chi ama il birdwatching, la zona tra Punta Sgombro e Punta Li Giorri regala una splendida vista su un'importante presenza di avifauna marina nidificante. E’ inoltre possibile svolgere attività di whale-watching: l'Isola dell'Asinara ricade infatti nella più vasta area del Santuario dei Cetacei (per la quale l'Italia ha assunto l'impegno di promuovere azioni mirate alla salvaguardia dei mammiferi marini). In essa si concentrano, con netta superiorità in termini di frequenze di awistamento rispetto al resto del Mediterraneo, otto specie di cetacei delle 19 segnalate nel Bacino del Mediterraneo (Mar Nero compreso): balenottera comune, stenella, grampo, capodoglio, globicefalo, tursiope, delfino comune, zifio. Per i turisti è possibile osservare la presenza del tursiope (detto anche delfino dal naso a bottiglia) accompagnati da apposite imbarcazioni. Per chi ama scoprire le tradizioni, c’è infine la possibilità di prendere parte al pescaturismo.