Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
- Regione: Campania
- Provincia: Salerno
- Comuni: 80 Estensione: 178.172 ettari
- Istituzione: L. 394/91; DD.MM. 04/12/92-05/08/93; D.P.R. 05/06/95
- Ente gestore: Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, il secondo in Italia per dimensioni, si estende dalla costa tirrenica fino ai piedi dell'Appennino campano-lucano, comprendendo le cime degli Alburni, del Cervati e del Gelbison, nonché i contrafforti costieri del monte Bulgheria e del monte Stella.
Riconosciuto nel 1998 come patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, il parco costituisce uno dei più importanti complessi bio-geografici dell’Italia meridionale, frutto dell’opera combinata della natura e dell’uomo: caso raro di area fortemente antropizzata, accoglie una popolazione di circa 200mila persone. Il paesaggio è chiuso tra le montagne e la costa rocciosa.
La località più nota è Capo Palinuro, noto per le grotte marine e le acque cristalline del golfo di Policastro. La parte interna del Cilento è montana: sugli Alburni e sul Cervati ci sono fitti boschi e nascono piccoli fiumi che scorrono fra la vegetazione. La costa è frastagliata, ma non molto alta. Una delle grotte più belle delle falesie di Capo Palinuro è la Grotta Azzurra, che ha due aperture, una raggiungibile in barca e l'altra solo subacquea. Il Vallo di Diano è una stretta pianura, che occupa lo spazio di un antico lago, lunga 37 chilometri. L'opera idraulica l'ha trasformata in una zona agricola molto fertile.
Il Cilento è terra dalla duplice natura geologica, capace di alternare alle dolci morfologie collinari paesaggi molto aspri e lunari. Due le rocce principali del luogo: quella del "Flysch del Cilento", che ha la sua massima diffusione in corrispondenza del bacino del Fiume Alento e dei principali monti del Cilento occidentale, e quella delle "rocce calcaree" che costituiscono i complessi montuosi interni e meridionali del parco. I paesaggi che corrispondono al Flysch si caratterizzano per le morfologie dolci e per la maggiore presenza di macchia mediterranea. Il paesaggio delle rocce calcaree, modellato dalle forme carsiche, si caratterizza invece per l’asprezza di taluni versanti e per l’aspetto brullo e lunare dei terreni, anche se non mancano boschi mediterranei, faggeti e prati a lavanda. Caratteristica della geologia di queste rocce sono le forme carsiche, dovute alla dissoluzione del carbonato di calcio che produce "erosione" e deposizione con formazioni, tra l'altro, di stalattiti e stalagmiti.
La flora del parco è costituita da circa 1800 specie di piante autoctone spontanee. Il forte contrasto di ambienti (le coste e le montagne) ha originato due diversi sistemi di vegetazione, uno mediterraneo e uno appenninico. La macchia mediterranea si sviluppa lungo la costa, spingendosi fino ai piedi dei rilievi. Le specie tipiche sono il leccio, il lentisco, la fillirea, il mirto. Sono presenti anche pinete di pino d'Aleppo. Famosa è la primula di Palinuro, una pianta endemica scoperta nel 1787 dal botanico Petagna lungo le pareti a picco di Capo Palinuro.
Salendo di quota, sopra la macchia mediterranea i primi lembi di foresta sono formati da aceri, noccioli, roverelle, ornielli, carpini, cerri e castagni. Superati i mille metri dominano grandi faggete e in alcuni luoghi boschi di abete bianco e boschi dell'ancor più rara betulla. Al di sopra delle faggete si incontrano le praterie montane.
Anche la fauna è assai diversificata in virtù dell'ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. In alta quota sono frequenti i rapaci come l'aquila reale e le sue prede d'elezione: la coturnice e la lepre appenninica. La presenza di queste due ultime specie è biologicamente importante in quanto rappresentano popolazioni autoctone appenniniche, ormai estinte in buona parte del territorio. Altri rapaci sono il falco pellegrino, il lanario, il nibbio reale, il nibbio bruno, il corvo imperiale e il gracchio corallino. Sul territorio nidificano anche il picchio verde, il picchio rosso maggiore e il raro picchio nero. Nel parco sono presenti alcuni lupi. Più comuni invece il tasso, la martora, la donnola, la puzzola e la volpe. Da segnalare la più importante popolazione di lontra del Paese: questo animale è, dopo la foca monaca, il mammifero italiano più a rischio di estinzione. Un tempo perseguitata per la sua pelliccia, oggi è minacciata dal cattivo stato degli habitat in cui vive (acque inquinate, vegetazione ripariale distrutta, etc..)