Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna
- Regione: Toscana, Emilia Romagna
- Province: Forlì, Firenze, Arezzo
- Comuni: 12
- Estensione: 36.939
- Istituzione: DM del 14 dicembre 1990
A cavallo della dorsale che separa la Toscana dalla Romagna il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi tutela una tra le più importanti foreste appeniniche. Il settore romagnolo include le valli del Rabbi, del Bidente e del Tramazzo; quello toscano, il Casentino, una piccola porzione del Mugello e l’alta valle dell’Arno.
Costituiscono l’ossatura centrale dell’area, il cui valore è dato soprattutto dalla vastità e dalla ricchezza dei boschi secolari di faggi e abeti bianchi, quattro riserve biogenetiche e una riserva integrale. Ricchissimo il sottobosco: più di mille le specie floreali presenti, che danno vita a polimatriche fioriture: numerosi i torrenti e i ruscelli che scorrono tra i massi, i lastroni e gli alberi di queste immense distese boschive. Si trova qui la celebre e spettacolare cascata dell’Acquacheta, quella che Dante uno dei primi e più illustri amanti di questi luoghi, ricorda nel XVI canto dell’Inferno. Per quanto riguarda la fauna, cinghiali, daini, mufloni e cervi – tra questi solo gli esemplari maschi raggiungono il migliaio – sono numerosissimi e grazie alla loro presenza il Parco ha svolto un ruolo fondamentale nel ripopolamento dell’Appennino settentrionale da parte del lupo.
Questi luoghi, da sempre poco battuti dall’uomo, hanno costituito lo scenario ideale per l’insediamento di romitaggi e di monasteri. La tradizione agiografica vuole che, presso La Verna, San Francesco abbia ricevuto le stimmate: il convento della Verna è uno dei santuari più importanti e affascinanti d’Italia. A Camaldoli, il grande Monastero e il suggestivo eremo furono centro di irradiazione dell’ordine dei Carnaldolesi, fondato nel 1012. Abbazie, conventi e santuari sorgono anche a Badia Prataglia, San Godendo e San Benedetto in Alpe. Dominato dall’imponente castello dei Guidi il borgo medioevale di Poppi. Centri del Casentino sono Bibbiena, Stia, Pratovecchio. Il versante romagnolo del parco comprende Premilcuore e Santa Sofia spingendosi fino a Bagno di Romagna. La vegetazione montana del parco si caratterizza per abetine secolari, boschi di faggio e acero montano, boschi misti con incredibili varianti di specie che in autunno creano variopinte macchie di colore: faggi, aceri, frassini, olmi, tigli, ornielli e i rari tassi e agrifogli.
Si trovano anche tutte le tipologie di bosco della sottostante fascia submontana: ostrieti dominati dal Carpino nero, boschi di Querce a Cerro e a Roverella, rimboschimenti di Pino nero. Tra gli alberi ricordiamo la rara Cerro-sughera e, in luoghi caldi e rocciosi, alcuni esemplari di Leccio. Ma la flora è costituita soprattutto dalle specie erbacee: oltre 1000 le specie finora censite, di cui solo 48 sono alberi e arbusti. Tra le specie citiamo l’Anemone a fiori di narciso (Anemone narcissiflora), la Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia), il Mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea) tutte legate alle alte montagne e la Viola di Eugenia (Viola eugeniae) simbolo della flora italiana e caratteristica dei massicci appenninici dell’Italia centrale.
A livello di fauna, sono presenti cervi, daini, caprioli, cinghiali e mufloni oltre al lupo, il più grande predatore presente oggi nel Parco. Ricchissima l’avifauna che comprende attualmente circa un centinaio di specie nidificanti, come il Rampichino alpestre, il Ciuffolotto e il Merlo dal collare, l’Occhiocotto, la Sterpazzolina e lo Zigolo nero. Numerosi uccelli, infatti, utilizzano per la nidificazione le cavità dei tronchi di vecchi alberi: Allocco, Cincia mora, Cincia bigia e Cinciarella, Picchio muratore, Picchio rosso minore, Picchio rosso maggiore e Picchio verde. Tra i rapaci, oltre a quelli meno specializzati come Falco pecchiaiolo e lodolaio, sono presenti specie silvane come Sparviero e Astore. Sulle aspre rupi del versante romagnolo nidificano l’Aquila reale, il Gufo reale e il Falco pellegrino.
Nel Parco vivono 13 specie di anfibi, tra cui segnaliamo per la loro importanza e rarità la Salamandrina dagli occhiali, endemica della nostra penisola, il Tritone alpestre, che ha qui le stazioni più meridionali in Italia, la Salamandra pezzata e il piccolo Geotritone italiano, endemico della nostra penisola. Delle 12 specie di rettili quello più noto e ingiustamente temuto è sicuramente la Vipera.