Area marina protetta Cinque Terre
- Regione: Liguria
- Provincia: La Spezia
- Comuni: 5
- Estensione: 4.226 ettari terrestri e 2.780 ettari marini
Questo tratto della riviera ligure di Levante racchiude una porzione di territorio dove, nell’arco di un millennio, l’ambiente naturale è stato fortemente modellato dall’uomo, ma in maniera non distruttiva; il terreno scosceso è stato colonizzato e reso coltivabile da centinaia di terrazzamenti e di imbrigliamenti con muretti a secco, la cui manutenzione è sola garanzia di continuità dei caratteri originari di tutto il territorio. Il valore dell'area è stato riconosciuto anche nel nostro paese con l'istituzione, a breve distanza uno dall'altra, di un parco nazionale e di un'area marina protetta, la cui attività congiunta potrebbe consentire una protezione integrata dell'intera zona.
Le Cinque Terre offrono un paesaggio unico al mondo: mare, macchia mediterranea, garighe e foreste si fondono in un tutto armonico con gli oliveti e le vigne che l’uomo, ha qui, con fatica realizzato. Caratteristiche e funzionalmente inserite nel paesaggio anche le piccole “ferrovie” a scartamento ridottissimo che collegano i vari livelli e le diverse quote dei coltivi. Seguendo uno dei tanti sentieri che attraversano questo territorio si passa dalle spiagge e dalle rupi più vicine al mare, dove vegetano le piante alofile, alla macchia bassa, ricca di fiori e di piante aromatiche. Qui troviamo le euforbie, il mirto, il lentisco, i cisti, il timo, il rosmarino, la salvia, le ginestre, l'Erica è, più oltre, una macchia mista a leccio con pino d'Aleppo, una vera rarità. In certe zone cresce perfino la sughera, nascosta dalle pinete piantate dall'uomo per sostituire i boschi un tempo. Ma per quanto ci si soffermi sui colori di fiori e delle piante aromatiche, è impossibile impedire che lo sguardo ritorni sempre al mare, che fa spettacolo sia quando è calmo sia quando è agitato e rende l'aria salmastra mentre le onde si frangono rumorosamente contro la costa imbiancandola di schiuma bianca.
Le alte scogliere, scolpite dal vento e dal mare, sprofondano in acque ricchissime sotto il profilo biologico: dalle patelle, gli anemoni, le attinie, le stelle marine, le spugne, i ricci e i polpi, all’incredibile varietà di pesci che vivono tra vere e proprie foreste di posidonia. Le falesie continuano sotto la superficie fino a 15-18 metri di profondità prima di lasciare il posto a sabbie o fondi a ciottoli, una stranezza delle cinque terre, oppure a grandi massi isolati o a un nuovo gradino di roccia. Le ripide pareti di punta Mesco, la zona più prezioso dell'area protetta, ospita la non comune Gerardia Savaglia, più nota come corallo nero, oltre a numerose colonie di gorgonie rosse che qui, si insediano già a partire da 15-20 m di profondità insieme ad altre specie amanti della penombra. Quando l'acqua è placida e limpida, dall'alto dei in belvedere che si affacciano sul mare si può tentare di leggere il fondale delle cinque terre.