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Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei

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    • Regione: Sardegna
    • Provincia: Nuoro, Ogliastra
    • Comuni: 24 Estensione: 73.935 ettari
    • Istituzione: DPR 30 marzo 1998
    • Ente gestore: Ente Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu

    Il parco si sviluppa fra il golfo di Orosei e il massiccio del Gennargentu e raccoglie gli ambienti, montani e costieri, più rappresentativi delle terre della Barbagia e dell'Ogliastra. Il Gennargentu è il più vasto complesso montano della Sardegna, le cui vette raggiungono le massime altezze con il Bruncu Spina (1.829 m.) e la Punta La Marmora (1834 m.). Il massiccio costituisce il corpo centrale del parco a cui si legano i monti circostanti della Barbagia e del Supramonte e il golfo di Orosei, il più selvaggio tratto di costa del Mediterraneo.

    Il paesaggio è immenso e costituito da rilievi, pascoli, canyon, vallate, foreste, boscaglie, spiagge e falesie che cadono a picco sul mare. Dal Gennargentu nascono i corsi d'acqua principali della Sardegna orientale: il Cedrino a nord, e il Flumendosa a sud; il primo scende con diversi rivoli e forma, erodendo la roccia, splendide gole; il secondo, scorre nella Barbagia incassato in canyon, fino a raggiungere la piana alluvionale costiera e il mare. Tra le aree più belle del parco ci sono il Supramonte, un'immensa e selvaggia catena calcareo-dolomitica ad altopiano che supera i 1400 metri e si estende per 21mila ettari; in particolare, il Supramonte di Oliena, tra i luoghi più antichi e ricchi di vegetazione, e quello di Orgosolo, dove sopravvivono boschi ultrasecolari; la sorgente carsica di Su Gologone, che con il suo getto di 300 litri d'acqua al secondo è la più importante sorgente della Sardegna; il canyon di Gorropu, il più profondo d'Europa, con pareti alte oltre 400 metri; l'enorme dolina denominata Su Sercone, un immenso inghiottitoio al cui interno si può intravvedere una stazione di tassi secolari; nel comune di Oliena si trova la grotta Su Bentu - Sa Oche, circa 15 chilometri di cavità sotterranee inesplorate. E infine, il golfo di Orosei, da Cala Gonone a Santa Maria Navarrese: un tratto di costa di 40 chilometri, composto da falesie, bastioni imponenti, calette e profondità intatte, con grotte meravigliose come quella del Bue marino.

    Nonostante sia rimasto selvaggio nel tempo, l’ambiente del parco è profondamente cambiato nei secoli: dove in origine si estendevano boschi di agrifoglio, tasso e ontano - solo in parte sopravvissuti - oggi sono pascoli e steppe. Sopra i 1.200 metri prevalgono i prati erbosi e gli ambienti rupestri con prati a timo, ginestre (presenti con più di una specie endemica come la ginestra di Pantelleria, la ginestra di Corsica e la rara ginestra di Moris), elicriso, pianta dal profumo intenso che somiglia a quello della liquirizia, santolina e altri arbusti aromatici. In queste zone vivono anche vecchi esemplari di tasso. Scendendo di quota, a circa mille metri, resistono alcuni esemplari di roverella, quercia virgiliana e quercia congesta. Ancora più sotto, si incontrano boschi di leccio - sul Supramonte di Orgosolo sopravvivono le uniche foreste intatte d'Italia - con macchia a corbezzolo, ginepri, fillirea e terebinto; il resto del territorio è occupato da campi coltivati e pascoli; in qualche area è presente anche la sughera con sottobosco a cisto.

    Nei pressi del mare, dove il clima è ancora più caldo, si estende una fascia ad olivastro, lentisco, ginepro e carrubo. Qui fioriscono la peonia, la genziana e la rosa selvatica; diffusissimi i funghi. Molto ricca la fauna, anche se ha subito sensibili riduzioni se non gravi estinzioni, come quelle del cervo e del daino sardo, dell'avvoltoio monaco e del gipeto.

    Caratteristico del territorio è il muflone, pecora selvatica dalle corna a spirale. Adottato come uno dei simboli della Sardegna, un tempo era molto diffuso mentre oggi è presente in misura ridotta. I mammiferi comprendono un buon numero di predatori come il gatto selvatico sardo, la martora, la donnola e la volpe. Comune il cinghiale e i ghiri. Numerosi gli anfibi e i rettili, con almeno dieci endemismi: dall'euprotto alla raganella sarda, dai geotritoni alla lucertola di Bedriaga. Nei torrenti, vive la trota macrostigma tipica della Sardegna. Nel golfo di Orosei sono stati avvistati alcuni esemplari della foca monaca d'Italia, specie ormai sull'orlo dell'estinzione. Per quanto riguarda l’avifauna, nel parco vivono alcune aquile reali, corvi imperiali e falchi pellegrini; di grande interesse la presenza del gracchio corallino; nei boschi volano astori e sparvieri, il picchio rosso maggiore, il colombaccio e la ghiandaia, diffusa la poiana; sulle falesie a picco sul mare, vivono colonie di Falco della regina. Nelle macchie fitte e tra le radure si trova la pernice sarda; lungo i torrenti, vive il merlo acquaiolo.

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