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Parco Nazionale del Vesuvio

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    • Regione: Campania
    • Provincia: Napoli
    • Comuni: 13
    • Estensione: 7.259 ettari
    • Istituzione: L. 06/12/91, n. 394; DD.MM. 04/12/92-04/11/93-22/11/94; D.P.R. 05/06/95
    • Ente gestore: Ente Parco Nazionale del Vesuvio

    Il Parco nazionale del Vesuvio è compreso interamente nell'area del Monte Somma-Vesuvio, il complesso vulcanico ancora attivo più importante dell'Europa continentale. Situato nella Piana Campana, il Vesuvio è l'unico vulcano attivo europeo a non trovarsi su un'isola: classificato come vulcano esplosivo a recinto (cioè costituito da un cono esterno tronco), la sua prima formazione risale ad almeno 250mila anni fa.

    È composto da due strutture morfologicamente distinte: la caldera del Somma e il Gran Cono del Vesuvio. La prima è di forma semicircolare e rappresenta quel che resta dell'antico vulcano; contiene internamente una vasta depressione, la Valle del Gigante; all'interno di quest'ultima si trova il più recente Gran Cono del Vesuvio (1281 metri), più volte distrutto e ricostruito nel corso delle eruzioni antiche e recenti. Il recinto del Somma è ben conservato nella parte settentrionale e il suo orlo craterico è un susseguirsi di cime dette cognoli. Molto probabilmente il Vesuvio assunse il caratteristico aspetto dalla doppia cima dopo l'eruzione del 79 d.C., che distrusse le città di Ercolano e Pompei. Oggi all'interno del cratere sono attive solo poche fumarole sulfuree. Dopo l’eruzione del 79 d.C., altre eruzioni sono purtroppo entrate nella storia: quella del 1631 che durò per alcuni giorni e provocò la morte di oltre 4mila persone e quella del 1944 che ha ulteriormente modificato il cratere, che ora si presenta come un bacino ellittico profondo ben più di 200 metri.

    Nonostante la sua pericolosità, le pendici del Vesuvio sono sempre state densamente abitate, anche perché la cenere eruttata nei secoli ha reso il terreno particolarmente fertile. In epoca romana, ad esempio, si ignorava che il Vesuvio fosse un vulcano attivo, ed era consuetudine coltivare vigneti e cacciare cinghiali nei fitti boschi delle sue pendici. Oggi il parco si inserisce in un contesto territoriale largamente compromesso da invasive strade d'alta quota e dall'impressionante conurbazione (in gran parte abusiva) dei comuni circumvesuviani. Le eruzioni del Vesuvio hanno di volta in volta eliminato la vegetazione presente sulle pendici del monte. Tuttavia, ad ogni raffreddamento del terreno, ha corrisposto un tentativo di ricolonizzazione da parte delle piante.

    Sul versante vesuviano, più arido, si trovano le caratteristiche successioni vegetazionali della macchia mediterranea (mirto, corbezzolo, alloro, vilburno, rosmarino) e alcune pinete; sul versante sommano, più umido, prevalgono i boschi misti. Sulle pendici esterne del Monte Somma prospera una foresta di roverella, acero napoletano e robinia, mentre sulle lave più vecchie si sono adattate al clima vulcanico molte specie floristiche come le famose ginestre, cantate anche da Leopardi, e alcuni tipi di orchidee. Un gioiello botanico è rappresentato da alcuni piccoli nuclei di betulla nella Valle del Gigante.

    Come la vegetazione, anche la fauna è stata sottoposta a ripetute colonizzazioni a seguito delle cicliche eruzioni del Vesuvio. La vicinanza alla fascia costiera e le favorevoli condizioni climatiche hanno permesso, tuttavia, un consistente popolamento faunistico. Numerosi i piccoli mammiferi sul Monte Somma, come il moscardino, il topo quercino (raro in altre parti d'Italia), il coniglio selvatico, la lepre e il ghiro; fra i predatori sono presenti volpi, donnole e faine. Più di cento le specie di uccelli, soprattutto migranti: il Massiccio del Somma-Vesuvio si trova infatti sulla rotta delle migrazioni che dall'Africa porta verso le aree riproduttive dell'Europa centrosettentrionale. Qui transitano ad esempio beccafichi, sterpazzoline, balie nere, codirossi monachelle, luì verdi, rigogoli, gruccioni e altre specie provenienti dal Sahara.

    Nel parco inoltre nidificano la poiana, il gheppio, lo sparviere, il falco pellegrino, l’upupa, la tortora, il colombaccio, il picchio rosso maggiore, il codirossone. In inverno si trovano la beccaccia, il codirosso spazzacamino, il torcicollo, il tordo bottaccio, il lucherino.

    Tra i rettili vivono nel parco il ramarro e l'innocuo serpente biacco. Interessante la presenza, tra gli anfibi, del rospo smeraldino. Numerose e colorate le farfalle diurne e notturne che frequentano le fioriture della flora vesuviana.

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