di Danilo Procaccianti
Collaborazione di Andrea Tornago
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Immagini di Cristiano Forti
Montaggio e grafica di Monica Cesarani
In Veneto durante la seconda ondata della pandemia è accaduto il disastro.
Ci sono stati 1600 morti in più rispetto alla media nazionale. Cosa è successo? Avevano puntato tutto sui tamponi rapidi, era il test di riferimento anche per gli operatori sanitari e per le Rsa, contrariamente alle indicazioni dell’OMS e anche a uno studio del prof. Crisanti. Dopo la nostra inchiesta dello scorso anno si è mossa la procura di Padova e ha chiesto il rinvio a giudizio di quello che per il governatore Zaia era l’Elon Musk del Veneto, il dottor Roberto Rigoli: sostanzialmente nella gestione della seconda fase della pandemia aveva preso il posto del professor Crisanti come braccio destro di Luca Zaia. I magistrati scoprono che a giustificare appalti milionari per i tamponi rapidi, ci sarebbero attestazioni scientifiche false. Nel corso delle indagini spuntano anche intercettazioni imbarazzanti.
La posizione del dott. Roberto Rigoli
24 gennaio 2025: Prosciolti prima ancora di finire il dibattimento. Il dottor Roberto Rigoli e la dottoressa Patrizia Simionato sono stati assolti dal giudice del Tribunale di Padova Laura Chillemi per insussistenza del fatto. L'ex coordinatore delle microbiologie del Veneto e l'ex direttrice generale di Azienda Zero, l'ente di governance della sanità veneta, erano imputati di falso ideologico e turbativa del mercato, Rigoli anche di frode processuale, per gli affidamenti diretti di test rapidi antigenici poi largamente usati in Veneto, in seguito a maxi gare di appalto, al posto del più sensibile test molecolare di laboratorio.
L'inchiesta era partita da un esposto del professor Andrea Crisanti, ex direttore della Microbiologia dell'Università di Padova, oggi senatore del Partito Democratico. Al processo era attesa proprio la testimonianza di Crisanti, ma non è stato sentito: dopo aver ascoltato i primi testimoni dell'accusa, la giudice ha suggerito agli avvocati della difesa di valutare l'applicazione dell'articolo 129 del codice di procedura penale, che permette di concludere il processo prima di esaurire le testimonianze. Contrario il pm di Padova, Benedetto Roberti. Ma i difensori di Rigoli e Simionato hanno presentato la richiesta, che la giudice ha accolto. Soddisfatto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "È una notizia bellissima, si ripristina e si ristabilisce la verità".