collaborazione di Alessia Marzi
Alla vigilia di un nuovo lockdown, l’Italia si scopre impreparata ad affrontare la seconda ondata della pandemia da Covid-19. Che fine ha fatto l’app di contact tracing voluta dal Governo e che avrebbe dovuto aiutarci a monitorare la diffusione del virus? A cinque mesi dalla sua adozione è stata scaricata da quasi 10 milioni di italiani, ma ha effettivamente funzionato? Dalle mani degli sviluppatori di Bending Spoons oggi l’app è passata in quelle dei tecnici del ministero dell’Innovazione e della Salute e di Sogei e PagoPA. Tra notifiche mancate, chiavi mai inserite nei server e lunghe attese telefoniche per capire che fare dopo l’arrivo dell’alert, a oggi soltanto poco più di duemila utenti hanno deciso di sbloccare il meccanismo. All’estero, nonostante i download siano stati maggiori, come in Germania, l’app è stata più utile? E perché Google e Apple stanno lavorando in autonomia affinché non servano più le interfacce nazionali e possano gestire da soli il sistema di notifiche di esposizione? Quali sono i veri dati che servirebbero ai nostri medici ed epidemiologi per bloccare sul nascere un focolaio e predire, con maggiore precisione, l’insorgere del virus in una determinata zona?
- Pubblichiamo integralmente la nota del team del ministro dell'Innovazione e della digitalizzazione, arrivata oggi, in risposta ai quesiti posti da Report