collaborazione di Simona Peluso
Immagini di Chiara D’Ambros, Giovanni De Faveri, Tommaso Javidi, Cristiano Forti
Quando ci sottoponiamo ad esami clinici la nostra provetta con molta probabilità non viene subito analizzata, ma spedita in un altro laboratorio insieme a tante altre. È il nuovo modello organizzativo dei laboratori che ha aperto la strada ai grandi network della diagnostica. Il paziente può richiedere esami complessi nel centro prelievi sotto casa che poi invia il campione biologico da analizzare a distanza, ma si rischia di perdere il rapporto diretto con chi mette mano al campione e al referto con tutti i dati. Dati che diventano un bacino di informazioni preziose e possono guidare scelte importanti, come ad esempio, poter contenere una pandemia. E mentre le provette e i dati personali passano da una mano all’altra, quanto il nostro è un consenso informato?