Dopo la procedura di infrazione della Commissione Europea e la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, arrivano le conseguenze economiche per lo Stato italiano, a seguito della prima condanna comminata da un Tribunale Amministrativo al Ministero della Giustizia.
La condanna è stabilita dal TAR di Bologna con sentenza del 17 maggio dopo che, a seguito di rinvio pregiudiziale, la Corte di Giustizia UE aveva dichiarato incompatibile la legge nazionale che disciplina la categoria dei giudici di pace con il diritto europeo, riconoscendone una tendenziale equiparazione alla magistratura ordinaria per ciò che concerne i diritti retributivi, assistenziali e previdenziali.”
La pronuncia ha un importante contenuto economico: la differenza retributiva tra un giudice di pace, come sinora prevista, e quella di un magistrato ordinario di prima nomina, per la durata di venti anni, può stimarsi in oltre 300.000 euro, e il mancato versamento dei contributi previdenziali in circa 200.000 euro.
Nell’inchiesta “La busta non paga” del 15 maggio 2023 avevamo affrontato il tema dei magistrati onorari, la cui mancata regolarizzazione rischia di far saltare i soldi del PNRR previsti per il ministero della Giustizia.