Arrestata a poca distanza dalla cattura del boss, Lorena Lanceri, vivandiera e amante del padrino, è stata condannata dal gup a 13 anni e 4 mesi in abbreviato per concorso esterno in associazione mafiosa. A 6 anni e 8 mesi è stato condannato il marito Emanuele Bonafede, imputato di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena.
Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri, secondo gli inquirenti, avrebbero "consentito a Messina Denaro non solo di trascorrere molte ore in piena tranquillità e in loro compagnia in un contesto domestico-familiare ma, anche e soprattutto, di incontrarsi con numerose persone e infine, ma non per importanza, di entrare ed uscire dalla loro abitazione effettuando accurati controlli per ridurre il rischio di essere avvistato dalle forze dell'ordine". Oltre a preparare il cibo al capomafia ricercato, infatti, la coppia effettuava una stretta vigilanza sulla zona: i video della telecamere di sorveglianza di alcuni negozi hanno ripreso i due mentre, dopo essersi accertati che per strada non ci fossero polizia o carabinieri, davano il via libera al loro ospite per farlo uscire indisturbato dalla abitazione.
I due coniugi sono stati anche condannati a risarcire i Comuni di Campobello di Mazara e Castelvetrano e l'associazione 'Antonino Caponnetto'. Il gup ha anche disposto la confisca del denaro, dei diamanti e degli orologi sequestrati alla coppia. Della gestione della latitanza di Messina Denaro avevamo parlato nell'inchiesta "Gli insospettabili" : in una girandola di incredibili paradossi Report aveva toccato con mano la commistione, gli intrecci insospettabili, le relazioni inconsapevoli tra favoreggiatori, istituzioni e società civile.